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Coraggio Firenze, inverti la rotta. Sono troppi i giovani “esclusi”, riscopriamo la loro bellezza

Articolo uscito su La Nazione – Firenze il 29 Agosto 2016

Il mondo corre veloce, la tecnologia di più. Mentre i nostri problemi restano i soliti, anzi li vediamo peggiorare di statistica in statistica. La Città Metropolitana, annunciata ma ancora in cerca di identità, ha un tasso di occupazione delle fasce più giovani (25-34 anni) che fra il 2015 e il 2014 è sceso dal 76% a 68%: un calo di 8 punti percentuali in termini di occupati.
In Toscana 1 giovane su 5, il 20%, sotto i 29 anni non è né occupato né in formazione (Neet). Molte analisi certificano un “guasto” nell’ascensore sociale, dovuto alla bassa crescita dell’economia e alla distruzione di molti piani alti. E la riduzione delle chance di mobilità viene pagata dalle nuove generazioni. Il conto di quel “guasto”, oggi, è tutto a carico loro.

I dubbi
Quindi i giovani che oggi vivono nella Metrocittà, studiano nelle università toscane come possono competere con coetanei, studenti, startupper europei e internazionali? Aggiungo, come riuscire ad attrarre giovani che producono cultura, creatività e opportunità? Ma soprattutto come trattenerli nel nostro territorio, senza, ad esempio, che abbiano la possibilità di affittare una casa in centro?

La Nazione intervento 29_08_16

Alcune idee
Un importante primo passo, è far emergere la ricchezza e la vitalità di quella categoria di persone che, pur tagliate fuori dalla rappresentanza di politica, imprese e grandi organizzazioni, stanno liberando energie, producendo innovazione e creando nuove forme organizzative.
E allora il secondo aspetto diventa far incontrare queste nuove forze. Quelle degli “esclusi” – che si manifestano in forme di auto-impiego, nello sviluppo di start up innovative, di coworking , di gruppi spontanei e organizzati dei nuovi liberi professionisti – con le istituzioni, le realtà culturali, il mondo imprenditoriale e le organizzazioni della Metrocittà. Obiettivo dichiarato: contaminazione e arricchimento professionale di entrambe le parti. Si cresce se ci mettiamo in gioco tutti e cooperiamo.
Infine, investire nella costruzione di questi nuovi aggregati e nella contaminazione con vere risorse e politiche mirate. Solo dando un segnale forte e concreto è possibile invertire questa rotta e liberarsi del senso di incertezza che attanaglia la quotidianità.

Il messaggio
Firenze non avere paura, non alzare muri, apriti. O almeno inizia a parlarne.

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