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Tutti in piedi, entra la Città Metropolitana

Tutti in piedi: entra la Città Metropolitana. Quella che tiene i conti pubblici in riga e crea lavoro. Quella che dal 1 gennaio 2015 ingloberà un milione di abitanti, un colosso di quasi 1.200 chilometri quadrati dove però (è bene ricordarlo) il tasso di disoccupazione nel 2013 è aumentato del 60% rispetto a 5 anni fa. Nome nuovo, problemi vecchi, verrebbe da pensare.

Per l’appunto, gli stessi della provincia di Firenze. Come evitare allora che la Città Metropolitana, appena entrata, scivoli proprio di fronte alle sorelle europee e italiane? Serve un allenamento a base di numeri.

 Nel territorio della futura Città Metropolitana, secondo i dati elaborati da reteSviluppo, dal 2009 ci sono 1266 imprese in meno. Il crollo ha riguardato maggiormente l’edilizia, dove l’intero settore si è ridotto del 7,2%, l’agricoltura che chiude il 2013 con un -6,4% di imprese attive ma anche il commercio all’ingrosso dove il calo è stato di 582 attività. A tenere alti i giri dell’economia della provincia nel 2013, invece, è stato l’export che conta un valore di produzione di circa 9.5 miliardi nel 2013, in crescita del 38.2% rispetto al 2009, trainato dal settore moda, uno dei punti forza storici del made in Florence (pelle, abbigliamento e tessile) e che rappresenta quasi il 50% dell’export dell’area metropolitana.

Il sistema produttivo fiorentino è dunque in piena «ristrutturazione»: escono dal mercato le imprese meno competitive e maggiormente legate al mercato interno, mentre le più competitive si affermano sui mercati internazionali. Per questo è vitale valorizzare strumenti che permettano alle piccole imprese di fare massa critica su innovazione e apertura ai nuovi mercati. Ecco dove la Città Metropolitana deve puntare per non scivolare: collaborazione, cooperazione e competitività.

Come? Incoraggiando e incentivando l’aggregazione delle imprese sotto forma di «contratti di Rete». Un modello di business alternativo che crea collaborazione tra imprese e consente loro di realizzare progetti ed obiettivi condivisi nell’ottica di incrementare la propria competitività sul mercato.

 Il contratto di Rete si è già affermato nella provincia di Firenze coinvolgendo, a luglio 2014, 244 imprese con una percentuale di 2,6 ogni 1000 imprese, dato che dimostra come ancora questo strumento di aggregazione non sia preso in considerazione dalle PMI fiorentine. Anche qui sono le imprese della moda (107 imprese) ad essere le più presenti e le più virtuose.

 La Città Metropolitana, insieme alle associazioni di categoria, ha il dovere di raccogliere questa eredità e moltiplicarla. Non solo per evitare uno scivolone ma soprattutto per ricominciare, dopo tanto tempo, a correre di nuovo.

corriere

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