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Lapostrofo in radio. Il modello

Ai giorni nostri, quando si parla di innovazione, il termine di paragone a cui tutto viene commisurato è la Silicon Valley: lì hanno sede le società più avanzate e dinamiche del comparto hi-tech; lì vengono plasmati i nuovi modi in cui la tecnologia sta cambiando le nostre vite. Si può dire senza tema d’essere smentiti che il modello californiano, diventato vero e proprio faro dell’innovazione nel fare impresa, abbia assunto negli ultimi anni sempre più le fattezze di un dogma.

Si capirà allora la mia sorpresa quando sotto gli occhi mi è capitato un articolo apparso sulla Harvard Business Review intitolato ‘La Firenze del Rinascimento è un modello di sviluppo migliore rispetto alla Silicon Valley’. Silenziata sul nascere la decerebrata fanfara di autocompiacimento, mi sono messo a leggere il pezzo che, detto in breve, ha degli spunti interessanti. La tesi di fondo è molto semplice: il modello di sviluppo californiano è ancora troppo giovane e dunque acerbo per essere valutato, mentre quello che è stato motore propulsore di uno dei periodi storici più celebrati di sempre ha dato prova della propria affidabilità e della propria capacità di produrre risultati su un lungo arco di tempo.
Questa considerazione è affiancata da tutta una serie di altri aspetti che certificano il maggiore dinamismo del modello fiorentino, ovvero: il patrocinio offerto a sostegno dei giovani promettenti; l’importanza di mentori e guide esperte per i talenti in erba; la fiducia concessa in maniera maggiore a chi dimostra un certo potenziale rispetto a chi ha una certa esperienza; la capacità di convertire anche gli eventi più negativi in qualcosa di innovativo; l’incoraggiamento alla (sana) competizione; l’importanza di non fermarsi mai a compiacersi dei traguardi raggiunti, per quanto importanti, ma di ricercare sempre nuove ispirazioni e di stimolare la formazione di idee originali.

Apple Computer wurde 1976 von Steve Jobs (links), Steve Wozniak (rechts) und Ronald Wayne (nicht im Bild) in der Garage von Jobs' Eltern gegr� (Archivfoto aus dem Jahr 1976). Foto: Apple +++(c) dpa - Report+++

Steve Jobs e Steve Wozniak, co-fondatori di Apple, qui ripresi nel famoso garage di Jobs mentre inconsapevoli producono materiale per gli agiografi.

Sarà dunque il caso di smetterla di guardare oltreoceano? Sarà meglio indirizzare verso noi stessi lo sforzo di apprendere come si fa a creare un ambiente innovativo? Il ragionamento potrebbe essere concluso a questa maniera. D’altronde, proprio chi ci fa da riferimento in questo campo sostiene che siamo depositari di un know-how secolare su come si innovi e si permetta al talento di esprimersi.
Qualche considerazione, a questo punto, appare però necessaria. Innanzitutto mi pare sterile la ricerca di UN modello a cui ispirarsi, mentre credo sia preferibile combinare sincreticamente soluzioni già sperimentate altrove con idee e paradigmi inediti o provenienti dalla tradizione e dal presente locali. In secondo luogo, per quanto possa sembrare in contraddizione con quanto detto la scorsa settimana, sono dell’idea che gli ultimi 25-30 anni di Silicon Valley abbiano prodotto dei cambiamenti da tenere in altissima considerazione mentre, per quanto ancora si possano trarre importanti lezioni dal Rinascimento, questo è piuttosto un unicum storico e non qualcosa di meramente riproducibile.

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L’adorazione dei Magi, il meraviglioso capolavoro di Benozzo Bozzoli che, almeno nel titolo, non splende per originalità – Il giovane cavaliere che guida il corteo è Lorenzo il Magnifico

In effetti l’articolo da cui ho tratto spunto a riguardo mi pare viziato nella propria argomentazione almeno per un rispetto, ovvero in quanto considera implicitamente come fattore principale del modello che ha prodotto tanti inestimabili tesori d’arte e cultura nella Firenze di mezzo millennio fa cinque secoli fa un bene che nasce del tutto spontaneo, e che al momento non siamo capaci di generare in vitro: il talento.
Per questo dalla prossima, e per qualche settimana a seguire, cercherò di introdurre alcuni concetti che la teoria economica e sociale hanno elaborato a partire dal modello Silicon Valley, ovvero un punto di riferimento ineludibile per capire quel che succede oggi nel mondo, sebbene non un modello a cui rifarsi acriticamente, negando le proprie condizioni in primis culturali e poi economiche e sociali.

Il link all’articolo incriminato.

 

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